A differenza dell'immaginario collettivo occidentale, in cui il drago è
visto come una creatura malefica, portatrice di morte e distruzione, nel
pensiero orientale esso
rappresenta una figura molto positiva,
apportatrice di benessere
. La
testa e la coda del dragon boat vengono applicate alla barca nelle
occasioni solenni, competizioni e celebrazioni. In Oriente vengono
gelosamente riposte durante il periodo di inattività agonistica e, poco
prima della
competizione, tirate fuori e benedette.
Le teste dei dragoni sono sempre
molto colorate, ad eccezione degli occhi che rimangono bianchi. La
pittura degli occhi avviene prima della gara, durante una cerimonia che
simboleggia il risveglio del drago come preludio di un periodo
favorevole.
Le
origini di questa disciplina sportiva risalgono ad oltre 2000 anni fa
quando, - narra la leggenda - il poeta e statista cinese
Qu Yuan si gettò
nel fiume Mi-Lo come un atto disperato per protestare contro le
vessazioni cui veniva sottoposto il suo popolo dal governo di allora. I
pescatori, saputa la notizia, si lanciarono con grandi barche alla
ricerca del corpo di Qu Yuan sbattendo con forza le acque con i remi
per allontanare i pesci. Da allora è nata una tradizione che ricorda
quel giorno e si celebra in tutto l'Oriente il quinto giorno della
quinta luna con Festival di Dragon Boat.
Negli anni Settanta la Hong Kong Tourist Association decise di promuovere il turismo recuperando una serie di attività tradizionali, fra le quali il dragon boat. Nel 1976 ebbe luogo un festival con la partecipazione di dieci equipaggi, questo festival segna l'inizio del dragon boat dell'era moderna, da allora la Hong Kong International Dragonboat Race è diventata una regata internazionale annuale di grande richiamo per il pubblico.
Nel mondo si sono costituite migliaia di squadre di dragon boat organizzate sia nell'ambito di club canottieri e società sportive che come equipaggi amatoriali. In Italia ci sono circa un migliaio i tesserati federali oltre ad un gran numero di praticanti amatoriali in occasione di gare locali.
Le gare si tengono prevalentemente sulle distanze dei 200, 500 e 2000 metri, per imbarcazioni da 20 o da 10 posti, oltre a timoniere e tamburino. Le categorie sono: open (riferito al maschile), femminile e misto (con minimo 8 donne). Oltre ai campionati nazionali viene svolta anche un'intensa attività internazionale. In anni alterni si svolgono campionati mondiali ed europei per Nazioni e per Club.
Le Donne in Rosa, non solo organizzano raduni e festival specifici, ma stanno sempre più ottenendo l'inserimento della categoria 'donne in rosa | breast cancer survivors bcs' nei campionati nazionali e internazionali. Inoltre, numerose Donne in Rosa sono convocate dalle squadre dei club e delle nazionali per partecipare alle gare internazionali nelle categorie femminile e misto, a dimostrazione della capacità di praticare l'attività sportiva agonistica anche dopo diagnosi di tumore al seno.
La sempre maggiore presenza delle Donne in Rosa sui campi gara di tutto il mondo apporta valore aggiunto ai campionati: con la loro energia e voglia di vivere, con il loro modo diverso di interpretare i rapporti fra le squadre, queste donne aggiungono nuovi insegnamenti allo spirito moderno del dragon boat [altro].
Lo spirito moderno del dragon boat
Il dragon boat rappresenta perfettamente l'idea di un gruppo che fa qualcosa per raggiungere un obiettivo comune. A differenza di altri sport di squadra, nel dragon boat non c'è un atleta che eccelle sugli altri, ognuno deve apportare il proprio contributo in modo uguale agli altri, poiché la strategia vincente è quella di pagaiare tutti all'unisono.
Per le sue caratteristiche di aggregazione di squadra, da anni questo sport viene utilizzato come attività di team builing aziendale. La particolare stabilità delle imbarcazioni e la facilità della tecnica di pagaiata permettono infatti di realizzare competizioni locali nell'ambito dei progetti di sport per tutti, fra i quali equipaggi di studenti liceali e universitari, dopolavoro di aziende pubbliche e private, gruppi che praticano altri sport o semplicemente gruppi di amici.
Alcune imbarcazioni sono particolarmente stabili e si prestano anche per equipaggi di progetti 'sport per tutti', quali atleti non-vedenti o non-udenti, persone con sindrome di down, o altri progetti di di attività motoria.
La prima apparizione di questo sport in Italia è stata nel 1988 e la prima competizione è stata disputata sul laghetto romano dell’Eur, attuale sede della Federazione Italiana Dragon Boat FIDB, costituita il 10 maggio del 1997. Da allora numerosi club di canottieri hanno formato equipaggi che si sfidano regolarmente in campi gara italiani e internazionali.
Il dragon boat viene utilizzato anche da aziende per attività di teambuilding per i dipendenti o da circoli ricreativi aziendali, all'interno dei quali nascono equipaggi lodico-amatoriali di amici che si sfidano in competizioni che riscuotono successo per il loro spirito aggregarito [continua].